27-11-2017 Punta Martin, Monte Penello – Pegli dalla Stazione FF.SS. di Acquasanta traversata
 
Sono anni che non salivo a Punta Martin dalla Stazione di Acqusanta, ricordo ancora che attraversavo i binari per salire sul senitero verso quella casa  dove, a quei contadini (penso solo io)  facevo preparare uova e altro che poi ritiravo  al ritorno dalle escursioni ma soprattutto dalle arrampicate sulle classiche pareti della Baiarda; palestra di roccia che e' stata teatro e formazione di tanti alpinisti genovesi.  Ho molti ricordi... con i colleghi Franco, Paolo, Beppe e Mauro e prima ancora con i "vecchi" amici "Tranvieri" della sezione alpinismo dell'A.M.T. ... partivamo di prim'ora  per fare una via poi, di corsa in servizio in tempo per il "secondo turno". Ricordo che la stazione dell'Acquasanta era "animata": c'era il capostazione, la biglietteria ed anche il bar. Li prendevamo il primo caffe'... sono passati molti anni.  Adesso, per salire a Punta Martin o alla Baiarda, bisogna uscire dalla stazione e seguire  a sinistra il segnavia "linea e punto" rosso che segue il vecchio itinerario sino al guado del Rio Baiardetta (ho trovato questo tratto perfettamente ripulito dalla vegetazione... un grazie al lavoro dei volontari). Guadato  quel Rio, unitamente al mio amico Carlo,  arriviamo in poco meno di tre ore sulla Punta Martin. Fa freddo, ed il vento da nord “pizzica” le orecchie.
Qualche foto ed uno sguardo sul "profondo" panorama, oggi fantastico; ci incamminiamo velocemente verso i Bivacchi del Monte Penello. Dopo un panino ed una tazza di te' caldo, scendiamo verso Sud. Qui ricordo che, uscito dal Bivacco  proseguivo diritto seguendo lo sterrato e poi sulla traccia del "metanodotto", trovavo numerose soluzioni di discesa. Oggi "VOLEVO" scendere a Pegli... cosa che non avevo mai fatto. Scesi sempre per lo stesso sterrato di allora, passiamo nei pressi della fontana, poi al Biv. Paganetto sul Mte. Riondo (mt.710) senza trovare il segnavia (bollino rosso) forse passava piu' a destra sulla linea del metanodotto, ma uno sbiadito E1).  Senza scendere a riprendere il sentiero E1, abbiamo proseguito su di un altro sentiero ben evidente "ma non segnato" certo che ci avrebbe portato "sul mare"... sebbene ancora molto lontano. Beh ho bagliato tutto. Sentiero per Baiker, difficile  fra pineta e brughiera, che ha messo a dura prova le nostre articolazioni. Arriviamo su di un guado dove troviamo i resti di due vecchi mulini (Muin da rue), con macina nei pressi. Posto e visione fantastica.
Superato un ponte ad un arco e passato attraverso cancelli e alcune abitazioni, arriviamo su di una strada bianca che, percorsa, con saliscendi (cosi consigliato da un signore del posto) porta, ad un bivio sulla sinistra e ad un gruppetto di case. Qui Carlo..."facendosi sentire" ha richiamato l'attenzione di qualche abitante; ne e' uscito un signore rassicurandoci sul fatto che eravamo sulla strada giusta. Eravamo a Ronco Inferiore. Imboccato il sentiero, ora creuza (era un'antica via del sale), arriviamo, dapprima in localita' Cantalupo poi in Via Luca Assarino, ai "Tre Ponti" di Via Varenna, Via Opisso e... finalmente alla  Stazione ferroviaria. Nuova ed interessante, per me, escursione, anche se un po'  "movimentata"  che ci ha visti impegnato per otto ore compreso soste varie. 
 
Foto in visione. 
Il socio Bruno M.                                                                                     
 
NOTE: un consiglio, scusate ma, NON prendete ad esempio la discesa su Pegli fatta da noi.
 

 

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