20-07-2020  Monte Pic d'Asti dal Laghetto di Blent
 
Stufi delle solite gite sul nostro pur bello Appennino, sfidando le sorti autostradali, cerchiamo itinerari e quote diverse. Per questo puntiamo alla volta di due belle vette delle Alpi Cozie: il Pic d'Asti e il Pan di Zucchero, in Val Varaita. Siamo un bel gruppo; da Genova parto con Carlo, Domenico, Eugenio, Francesco e Walter; con Mauro ci vediamo a Sampeyre. Risaliamo la SP 251 del Colle dell'Agnello sino a circa Km 2-2,5 dallo stesso e sino allo slargo, a destra, dove e' adagiato il modesto lago di Blent e dove lasciamo le auto. Saliamo su sentiero NON segnato alla destra del lago aggirando un leggero dosso poi, la sommita' dell'erta erbosa prima della pietraia. Qui ci dividiamo: Carlo, Domenico e Mauro, che vanno al Pan di Zucchero, svoltano a sinistra per tracce verso il sentiero che parte in territorio francese. Io, Eugenio, Francesco e Walter, proseguiamo ora su pietraia e rocce, seguendo attentamente i radi “ometti”, saliamo a zig-zag sul ghiaione e poi su sentiero arriviamo alla “sospirata” Sella del Pic d'Asti.
Calzati gli imbraghi e tutto l'occorrente per affrontare la via normale, partiamo, slegati, affrontando con attenzione e “piede sicuro” le difficolta' alpinistiche su roccia, in parte sicura. Su traversi, diedri e placche, anche esposte, arriviamo sulla meritata vetta godendo, oltre che della delicata salita, anche di uno “splendido” panorama. Disarrampicando, arriviamo ad una sosta dove con una doppia da 30 mt. ci caliamo sulla cengia gia' percorsa in salita poi, sempre in libera e con attenzione, arriviamo alla Sella... strafelici. Con medesimo percorso arriviamo alle auto, raggiungendo Carlo, Domenico e Mauro, concludendo la gita in un tempo totale di ore 04,45ca. con soste.
 
NOTE: escursione sino al Sella d'Asti valutata E (Escursionistica) (seguire con attenzione gli ometti e tracce di sentiero su pietraia; oltrepassata questa il sentiero e' ben marcato). La salita alla vetta e' valutata PD (Poco Difficile) con passi fra il I° e II°+  con tratti molto esposti. Consigliabile la progressione in cordata (noi non abbiamo dato il buon esempio... eravamo sicuri). Nel primo traverso, poco sopra il canalone di inizio, abbiamo trovato ancora residui di neve con ghiaccio.

MATERIALE: una corda da mt. 60, alcuni rinvii, discensore, casco e imbrago (noi siamo saliti in vetta con gli scarponi). 
 
Foto a seguito. 
Il socio Bruno M.
 
NOTE FOTO: la foto 1 e' stata scattata da Francesco G., la foto 35 da Domenico S.

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